Ciao spiritosoni. Sono uno di quelli scettici sull’App Immuni.
No, non faccio i giochini tipo “che verdura sei” o “quale transessuale al carnevale di Rio saresti”. Vorrei avere delle risposte, possibilmente senza memini.
- Sarà un Ente pubblico a trattare i miei dati?
. - Quale Ente, in particolare?
. - Come fanno a garantire l’anonimato se tutti gli spostamenti, ovviamente, partono dal proprio indirizzo di casa?
. - Come fa una persona a dichiarare di essere malato, se non si fanno tamponi, né esami o visite?
. - Come fa a essere affidabile un sistema basato sull’autecertificazione dei sintomi?
Cioè, se clicco sul tasto “c’ho il Colera”, parte l’allerta Colera in Vanchiglietta? Basta questo?
. - Quali sono le infrastrutture che raccoglieranno i dati? I server della PA che crashano per troppe visite? Gli stessi che ospitano siti non ancora ottimizzati per mobile nel 2020 e senza certificato di sicurezza?
. - Dove verranno trattati? Nei device delle ASL che viaggiano ancora con Windows XP?
. - Quali saranno i professionisti che dovranno archiviare e analizzare i dati? Gli stessi che si sono persi le mail dei medici di base? La Protezione Civile? Giggino Di Maio? L’Unità di Crisi? La Task Force di super-esperti sessantenni?
. - Con quale personale? Manca personale ovunque e quello che c’è non è digitalizzato, come faranno?
. - Mettiamo che io mi stia ascoltando Albano Carrisi, con le cuffie Bluetooth, entrare in contatto con un altro smartphone, interromperà “Felicità”?
. - I dati tracciati sui miei comportamenti, potranno essere utilizzati per terzi fini (ordine pubblico, ad esempio)? Rimarranno in un database anche in futuro? Saranno validi, anche a pandemia finita?
Sì, avete ragione, autorizzo al trattamento dei miei dati le multinazionali, con lo scopo di migliorare il mio stile di vita.
Se lo faccio con Facebook è per avere inserzioni vicine ai miei interessi.
Con Google è per conoscere il percorso più veloce casa-lavoro o casa-cazzimiei.
Se lo faccio con Tinder è per scopare.
Tali multinazionali, inoltre, non hanno nessuna possibilità né mandato di potermi perseguire, in nessun modo. Lo Stato sì, in quanto unico delegato all’uso della forza pubblica, che in questi giorni mi pare sia stata sufficientemente arbitraria. Anche senza Immuni.
Per quelli che “se non hai nulla da nascondere bla bla bla”. No, non ho nulla da nascondere, ma lo nascondo comunque (per citare il dott. John Dorian).
Credo che in questo Paese ci sia un profondo problema di educazione digitale e un ritardo smisurato in infrastrutture e competenze.
La catena decisionale, inoltre, è governata dalla generazione che ancora casca nelle mail di phishing e nei banner miracolosi che fanno aumentare la lunghezza del pene. Quelli che pubblicano il video di TG Leonardo e le citazioni di Oscar Wilde, che poi si rivelano essere di Nicola da Bari Vecchia, neomelodico pirata.
Ecco, magari Immuni non è pericolosa, ma, per come la vedo io, credo che con questo humus possa servire a poco.
Non dico che non la scaricherò, dico che non lo so. Non sono un talebano, sono pronto a cambiare idea.
Anzi, lo spero davvero, perché significherebbe che tale applicazione può essere utile in termini di salute pubblica. Che, oggi, è la cosa più importante.
E poi: se fossi una verdura, sarei un broccolo.
Andrea Dotti