Li usiamo quotidianamente, o quasi.
Talvolta non abbiamo neanche più la consapevolezza della loro origine. Eppure derivano tutte da lì: dalla pubblicità.
Ecco (altri) dieci modi di dire della pubblicità che fanno ormai parte, a pieno titolo, della nostra cultura.
Perché quell’altri tra parentesi? Perché quattro anni fa avevamo pubblicato la prima puntata della serie, con citazioni quali “Milano da bere” e “Un diamante è per sempre“.
1. “Così tenero che si taglia con un grissino”
Probabilmente è lo slogan pubblicitario di una marca tonno più famoso di sempre nel nostro paese (regge il confronto, forse, il solo Tonno Insuperabile).
A distanza di quasi quarant’anni, anche una persona può essere definita “così tenera che si taglia con un grissino”: l’espressione ha ormai piena cittadinanza nell’italiano parlato.
ANNO: 1983
2. “E chi sono io, Babbo Natale?”
Altro capolavoro del decennio d’oro della pubblicità televisiva nostrana.
La frase è ripetuta in ogni spot dall’attore e caratterista Renzo Rinaldi, nei panni del burbero signor Bistefani, insieme all’attore e socio pasticcere Stefano Gragnani.
ANNO: 1984
//www.youtube.com/watch?v=twmMm8djaMg
3. “Una camicia coi baffi”
La caratteristica di essere “coi baffi” passa in poco tempo a designare, dalle sole camicie pubblicizzate da Maurizio Costanzo, qualsiasi prodotto o manufatto di particolare qualità.
Curiosità: la stessa cosa succede da sempre a Torino con l’espressione “marca Leone”, storico marchio di pastiglie e caramelle di qualità considerata superiore.
Sotto la Mole Antonelliana, dunque, qualsiasi prodotto di eccellente qualità sartoriale è definito, dai più anziani, «marca Leone».
ANNO: 1988
//www.youtube.com/watch?v=mnW_mtSO9h0
4. “Silenzio, parla Agnesi”
Seconda metà degli anni ’80: la gara era a chi urlava di più.
Agnesi manda in onda uno spot completamente silenzioso: a parlare è soltanto il prodotto.
Spot in controtendenza al cento percento, dal momento che la concorrenza nella maggior parte dei casi connotava il proprio prodotto di volta in volta come “genuino”, “tradizionale” o “familiare”: il marchio di Imperia occupa lo spazio della qualità e dello charme che non ha bisogno di urlare.
Mossa splendidamente riuscita.
ANNO: 1989
//www.youtube.com/watch?v=yKlS-fdhkmM
5. “Cosa vuoi di più dalla vita?”
La domanda retorica «Cosa vuoi di più dalla vita?» è da sempre utilizzata nella nostra lingua.
L’abilità dei creativi dell’Amaro Lucano sta nell’averla personalizzata, nel senso etimologico della parola. Ci hanno messo sopra il loro cartellino, anzi la loro etichetta.
E ora, ogni volta che qualcuno utilizza questo modo di dire, quasi tutti noi pensiamo, pavlovianamente, alla bottiglia dell’Amaro di Pisticci.
ANNO: 1991
//www.youtube.com/watch?v=V54es3CGMhU
6. “Altissima, purissima, Levissima”
L’italiano gergale e l’italiano pubblicitario hanno da qualche decennio la tendenza a (sovr)abbondare con i superlativi. Dalle “Poltronissime” di stadi e teatri anni ’80 ai «Buongiornissimo! (Kaffèèè???)» dell’era social.
Azzeccatissimo (!) è, invece, lo slogan di Levissima.
Alzi la mano chi, sentendo pronunciare la parola “altissima”, non è tentato di terminare, speriamo solo mentalmente, la frase. Alla stessa maniera, e sempre in tema di acque minerali, alla domanda «Liscia o gassata?» è ormai automatico rispondere «Ferrarelle».
ANNO: 1994
//www.youtube.com/watch?v=-kO7ovIzIRc
7. “Dù gust is megli che uàn”
La possibilità di declinare uno slogan è uno dei segreti di un possibile successo.
Nel tormentone di Maxibon al posto di “gust” si può inserire qualsiasi altro concetto che si preferisca… doppio. Impagabile il giovanissimo Stefano Accorsi e il suo inglese maccheronico.
ANNO: 1995
//www.youtube.com/watch?v=fKHbscGAy98
8. “La potenza è nulla senza controllo”
Memorabile e fortunata campagna, con un payoff semplicemente perfetto.
Chi meglio di Carl Lewis può rappresentare in modo coerente e convincente la percezione che Pirelli vuole dare di sé e dei propri prodotti?
Forse solo Ronaldo, non a caso altro testimonial della campagna.
ANNO: 1995
//www.youtube.com/watch?v=JMiso6B8NEQ
9. “No Martini, no party”
Se vuoi divertirti, compra (e bevi) me, Sua Maestà il Martini.
Se no, resti fuori dalla porta.
E sì, George Clooney: vale anche per te.
Messaggio forte e chiaro, slogan minimalista che colpisce al cuore il bersaglio. E infatti utilizziamo ancora questa frase, decontestualizzata, a distanza di anni: prova inconfutabile della sua efficacia.
ANNO: 2001
//www.youtube.com/watch?v=PDhyst6Kq4U
10. “Nel Mulino che vorrei”
Mulino Bianco mira a raccogliere suggerimenti e idee per migliorare i propri prodotti e la maniera di comunicarli (oltre agli spot c’è, infatti, anche questo sito internet).
Chissà se si sarebbero aspettati un tale successo dello slogan in sé: “nel mulino che vorrei” (non sempre nelle citazioni è conservata la maiuscola) è diventato sui social una sorta di sinonimo di “nel mio mondo ideale”, per introdurre e descrivere una situazione che si considererebbe ottimale, ma che ancora non si verifica.
ANNO: 2011
//www.youtube.com/watch?v=TaUhQCK5ZYE
Andrea Donna