
Non è la prima volta che su questa testata tentiamo di sfatare alcuni dei miti negativi sul macro-genere Metal. In passato abbiamo già parlato di come non sia in effetti tutto urla, e di come spesso sia fortemente influenzato dalla musica classica.
Oggi invece vi voglio parlare di come non sia un genere in grado di trasmettere solo emozioni a tinte forti, come euforia, rabbia e isteria: in tutte le tipologie metal, dall’heavy al sinfonico, esistono infatti esempi di canzoni malinconiche, struggenti e tristi, che meritano di essere ascoltate.
A seguire una classifica delle 10 più interessanti che mi sono venute in mente.
10. Evanscence – Hello
Seppure non siano una vera e propria band metal, gli Evanscence appartengono senza dubbio al genere “affine” del Gothic Rock. Il brano Hello, appartiene al loro primo album, Fallen, ma è assai meno famoso dell’altra traccia lenta del disco, My Immortal.
Tuttavia, se My Immortal parla della dolce malinconia di un amore passato, nelle note e nel testo di Hello la tristezza è più cupa. Le liriche raccontano infatti di una persona che si crea un’amica, o forse un’amante, immaginaria. Un prodotto della mente più importante della realtà, un legame con il passato troppo forte per essere reciso, nonostante l’aiuto offerto (“don’t try to fix me, I’m not broken” – Non tentate di ripararmi, non sono rotto); la melodia di sottofondo al pianoforte è semplice, e malinconicamente accattivante.
La canzone fu scritta dalla cantante Amy Lee in memoria di una sua sorella, morta a tre anni di età.
9. Motörhead – 1916
Title track dell’album omonimo, 1916 è una canzone straziante che parla di soldati che la morte in guerra ha strappato alla vita. La batteria per tutto il brano si comporta come un tamburo militare durante un funerale di stato, accompagnata dalla tastiera che riproduce il suono di un organo; gli altri strumenti intervengono appena.
La voce narrante di un giovane caduto sembra rassegnata nel narrare come gli ideali con cui era partito per la guerra alla fine non abbiano fatto di lui altro che un morto tra tanti (“There’s nobody remembers our names, and that’s how it is for a soldier” – Non c’è nessuno che ricorda i nostri nomi, ed ecco come finisce per un soldato), ma nel raccontare la morte sua e del suo commilitone descrive con orribile realismo le sensazioni della morte imminente: un fiotto di sangue, le lacrime del compagno, cadere in ginocchio nel fango invocando la figura materna.
8. In Flames – Come Clarity
La malinconia non è certo una di quelle emozioni normalmente associate al Death Metal, eppure in Come Clarity, che parla di transizione all’età adulta, gli In Flames riescono a trasmettere appieno quella nostalgia di chi con l’età deve dire addio ai sogni di ragazzo.
La base strumentale qui è più pesante, anche se all’inizio il tutto è introdotto dalla sola chitarra elettrica; la voce si mantiene pulita, anche se in alcuni punti accenna al registro growl tipico della band e dello stile musicale in generale.
Il testo alterna alla presa di consapevolezza del grigiore (“Puoi aggiungere del colore dietro a queste linee?”) e della superficialità delle relazioni (“Sono certo che quando le cose cadranno a pezzi cambieranno le nostre strade”) un’unica implorazione: portami via.
7. Sonata Arctica – Letter to Dana
In questa canzone emerge prepotentemente il tema dell’amore infelice. Strutturata musicalmente come una “Power Ballad”, quindi con una presenza strumentale accennata all’inizio che si fa sempre più pesante nel corso del brano, la canzone narra di un uomo che scrive al suo amore di gioventù.
Il padre di lei è morto, e lui ha visto una foto di lei sulla copertina di una rivista per adulti, ma non ci vuole credere.
Le scrive di nuovo quando la madre di lei muore, sperando che lei ritorni almeno per visitare le tombe dei suoi genitori, ma poi si rende conto che lei è felice dov’è, con chiunque sia, e si ripromette di non scriverle più.
Nell’ultima strofa lei è ormai morta e lui, ormai vecchio, mentre si prepara alla sua ora rilegge i suoi diari, pieni solo di lei.
6. Iced Hearth – Watching over Me
La canzone del gruppo Heavy Metal statunitense ha un testo piuttosto semplice, ma non per questo meno triste: racconta infatti di un amico morto in qualche bravata adolescenziale, che la voce narrante a sua volta sembra aver compiuto.
La componente strumentale si rifà pientamente ai canoni dell’Heavy Metal, con batteria e basso che entrano pesantemente sul ritornello e la linea melodica affidata unicamente alla chitarra elettrica.
L’intensità strumentale va quasi di pari passo con il significato del testo: se infatti le strofe sono più tristi e rivolte al passato e alla perdita, nel ritornello viene espressa la speranza che il defunto sia divenuto un angelo custode che veglia sulla voce narrante.
5. Dark Tranquillity – Insanity’s Crescendo
I Dark Tranquillity non sono nuovi a canzoni dai testi estremamente complessi che scavano la follia e le emozioni peggiori dell’animo umano. Ma, a differenza che in altri brani come Lost to Apathy, qui l’inquietudine e il desiderio di fuga dall’esistenza sono amplificati dalla presenza della voce femminile e dalla linea melodica inizialmente affidata alla chitarra – che poi si tramuta in uno spietato riff sopra al dispiegamento di forze degli altri strumenti.
Il testo è difficile da commentare, il significato è lasciato all’intuizione e alla percezione più che alla spiegazione, ma trasmette pienamente le emozioni proprie di una lenta discesa nella follia.
4. Rammstein – Nebel
In tedesco la parola “Nebel” significa letteralmente “Nebbia”, ma come spesso capita coi Rammstein il vero significato del titolo va cercato più in profondità.
La canzone racconta di una donna con il suo amato in riva al mare: lei non osa dirgli che è malata e sta per morire, e gli chiede solo un ultimo bacio, prima di spirare tra le sue braccia.
La musica è dolce e malinconica, con una base insolitamente ricca di elementi orchestrali per la band tedesca, anche se le strofe vengono accompagnate solamente da basso, chitarra, batteria e tastiera. Sul finale della canzone, viene suggerito che l’uomo, ormai vecchio, abbia da tempo dimenticato quell’ultimo bacio: il significato di “nebbia” quindi è un riferimento all’annebbiamento dei ricordi, ma allo stesso tempo richiama la morte, dal momento che “Nebel” altro non è che “Leben” (Vita) scritto al contrario.
3. Nightwish – Two for Tragedy
I Nightwish hanno composto diversi brani dall’andamento malinconico e dal testo struggente, tuttavia questa canzone non è solo triste: è straziante. Su pochi accordi di tastiera entrano appena accennati gli archi, e poi la voce dolcissima che racconta una madre che piange la perdita del figlio, aspettando di morire a sua volta di dolore.
Gli altri strumenti entrano poco a poco, ma non si vivificano mai troppo, non arrivano all’esplosione sonora di una “Power Ballad”, anzi dopo un breve intermezzo tornano a spegnersi, lasciando alla voce sopranile il compito di chiudere il brano. Il dolore vivo e cocente del momento della perdita in questa canzone è ormai alle spalle, sostituito da una cupa disperazione, una rassegnazione permeata di pessimismo, condita solo dalla speranza di poter abbandonare la vita presto, e la sofferenza con essa.
2. Metallica – Nothing Else Matters
Se è vero che i signori supremi dell’Heavy Metal hanno alle spalle una tradizione di brani lenti e tristi, è anche vero che la malinconia e la commozione possono essere anche suscitate da una canzone semplicemente romantica.
Nothing Else Matters è infatti semplicemente una struggente canzone d’amore, nata come serenata al telefono di uno dei membri della band alla sua ragazza. Eppure, dagli arpeggi iniziali al finale in dissolvenza, questo brano ha fatto stringere i cuori a più generazioni, e non solamente di metallari, dal momento che è tra i brani dei Metallica capaci di trascendere il genere e di imporsi come successo globale.
Il significato del testo è in fondo piuttosto semplice: non importa la distanza fisica, i cuori di due innamorati non saranno mai troppo lontani, e tutto il resto non importa.
1. Avenged Sevenfold – I won’t see you tonight, Pt.1
La tristezza e la disperazione sono sentimenti che tutti possiamo aver provato, ma quando raggiungono una dimensione così preponderante da spingere una persona al suicidio diventano di difficile comprensione.
In questo pezzo la band statunitense va oltre il raccontare una storia, esprime alla perfezione lo stato d’animo di una persona in procinto di uccidersi: all’inizio sono solo alcune malinconiche note di pianoforte, ma presto cedono il passo con violenza alle chitarre e alla batteria, che rappresentano l’oceano di emozioni negative nell’anima della voce narrante, che da un lato spiega il suo gesto col bisogno di fuggire da quel posto “oscuro e freddo” dentro cui ormai si ritrova imprigionato, e dall’altro sembra quasi voler salutare gli amici mascherando il suo gesto, semplicemente dicendo loro “non ci vediamo stasera”.
La traccia successiva dell’album, e seconda parte della storia (I won’t see you tonight, Pt.2), racconta proprio la selvaggia e incredula reazione dell’amico, la cui vita è ora divenuta un incubo.
Luca Romano